26/06/2013

“Aperò”, il vassoio da buffet l’idea di Tiziana e Sandro che è diventata un brevetto

”Si può fare impresa con forbici e cartone”. IN PIEDI, al buffet. Ma dove appoggiare piatti, posate e bicchieri? Ecco che Aperò arriva in soccorso dei commensali. Un vassoio super leggero, pratico e pieghevole. L'idea è nata sul campo. 'Per caso - ricorda Tiziana Terazzan, 54 anni, che insieme al suo socio, Sandro Rizzo, di 46, ha dato vita a Aperò -. Una sera eravamo a un apericena per la presentazione del libro di un amico. C’era un buffet con manicaretti e vino. Ma nessun tavolo per appoggiarsi. Così io e Sandro abbiamo pensato a una soluzione'. Detto, fatto. Appena arrivata a casa la coppia ha realizzato il prototipo, utilizzando una scatola di cornflakes e una bottiglietta di plastica. 'Subito dopo – racconta Tiziana - ci siamo fiondati all'ufficio brevetti. Più che altro per capire cosa fare, dato che a noi avevano insegnato che le idee si hanno e basta ...'. Nonci è voluto molto per buttar giù un elenco di cosa serviva: uno studio brevettuale, un grafico, e una cartotecnica per realizzare dei prototipi. 'Oggi con il nostro brevetto – spiegano i soci - siamo arrivati al prototipo numero 43 e abbiamo avviato la produzione.Dal primo giorno ne abbiamo fatta di strada. Siamo la dimostrazione che si può fare impresa e innovazione semplicemente con un pezzo di cartone e un paio di forbici. L’atteggiamento vince su tutto!'. E nel loro caso è ancora più vero. Già perchéquando si sono conosciuti, grazie a Facebook, Sandro aveva da poco abbandonato il lavoro - costruiva arredamenti su misura alla ricerca di nuovi stimoli, mentre Tiziana era in mobilità, separata dopo 23 anni di matrimonio con due figlie. Così, quasidal nulla, hanno deciso di reinventare le loro vite. “Avevo sempre vissuto – ricorda Tiziana - accontentandomi di volare basso. Poi ho capito che volevo qualcosa di più”. E in Sandro ha trovato un alleato. “Abbiamo battezzato la nostra idea Aperò – spiegano -mica per l’aperitivo. Piuttosto per le espressioni delle persone con cui ci confrontavamo: sopracciglia sollevate, sguardi ammiccanti …. “Aahhhperò!”. Questo dicevano. E poi, sinceramente, noi che l’abbiamo creato non sapevamo mica come chiamarlo”. Per idearlo Tiziana e Sandro sono partiti da tre requisiti: Aperò doveva essere pratico, consentendo alla gente di avere tutto a portata di mano; ecosostenibile (riciclato e riciclabile) e al 100 per cento, sia per il progetto che per la produzione, made in Italy. Costruito in cartone, usa e getta, Aperò viene consegnato steso e si monta in tre mosse. Con una mano sola si tiene il bicchiere (di qualsiasi foggia), il piatto e la forchetta: lo siindossa sull’avambraccio, consentendo una gran libertà di movimento. “Giugno – concludono i due soci - è stato un mese importante. Abbiamo acquisito i nostri primi grandi clienti: Ecozema azienda produttrice di stoviglie compostabili, forniture di Londra 2012, e Minimo Impatto, grossa realtà nel commercio di articoli ecosostenibili. Partecipando al concorso Best Practices a Salerno, della Confindustria, abbiamo inoltre ottenuto il premio della Giuria della Stampa e siamo stati ammessi al programma Start Cup del Politecnico di Torino, superando le prime due fasi di selezione. Ora ci stiamo relazione con i grandi marchi per le forniture del nostro Aperò”.

”Si può fare impresa con forbici e cartone”. IN PIEDI, al buffet. Ma dove appoggiare piatti, posate e bicchieri? Ecco che Aperò arriva in soccorso dei commensali. Un vassoio super leggero, pratico e pieghevole. L'idea è nata sul campo. 'Per caso - ricorda Tiziana Terazzan, 54 anni, che insieme al suo socio, Sandro Rizzo, di 46, ha dato vita a Aperò -. Una sera eravamo a un apericena per la presentazione del libro di un amico. C’era un buffet con manicaretti e vino. Ma nessun tavolo per appoggiarsi. Così io e Sandro abbiamo pensato a una soluzione'. Detto, fatto. Appena arrivata a casa la coppia ha realizzato il prototipo, utilizzando una scatola di cornflakes e una bottiglietta di plastica. 'Subito dopo – racconta Tiziana - ci siamo fiondati all'ufficio brevetti. Più che altro per capire cosa fare, dato che a noi avevano insegnato che le idee si hanno e basta ...'. Nonci è voluto molto per buttar giù un elenco di cosa serviva: uno studio brevettuale, un grafico, e una cartotecnica per realizzare dei prototipi. 'Oggi con il nostro brevetto – spiegano i soci - siamo arrivati al prototipo numero 43 e abbiamo avviato la produzione.Dal primo giorno ne abbiamo fatta di strada. Siamo la dimostrazione che si può fare impresa e innovazione semplicemente con un pezzo di cartone e un paio di forbici. L’atteggiamento vince su tutto!'. E nel loro caso è ancora più vero. Già perchéquando si sono conosciuti, grazie a Facebook, Sandro aveva da poco abbandonato il lavoro - costruiva arredamenti su misura alla ricerca di nuovi stimoli, mentre Tiziana era in mobilità, separata dopo 23 anni di matrimonio con due figlie. Così, quasidal nulla, hanno deciso di reinventare le loro vite. “Avevo sempre vissuto – ricorda Tiziana - accontentandomi di volare basso. Poi ho capito che volevo qualcosa di più”. E in Sandro ha trovato un alleato. “Abbiamo battezzato la nostra idea Aperò – spiegano -mica per l’aperitivo. Piuttosto per le espressioni delle persone con cui ci confrontavamo: sopracciglia sollevate, sguardi ammiccanti …. “Aahhhperò!”. Questo dicevano. E poi, sinceramente, noi che l’abbiamo creato non sapevamo mica come chiamarlo”. Per idearlo Tiziana e Sandro sono partiti da tre requisiti: Aperò doveva essere pratico, consentendo alla gente di avere tutto a portata di mano; ecosostenibile (riciclato e riciclabile) e al 100 per cento, sia per il progetto che per la produzione, made in Italy. Costruito in cartone, usa e getta, Aperò viene consegnato steso e si monta in tre mosse. Con una mano sola si tiene il bicchiere (di qualsiasi foggia), il piatto e la forchetta: lo siindossa sull’avambraccio, consentendo una gran libertà di movimento. “Giugno – concludono i due soci - è stato un mese importante. Abbiamo acquisito i nostri primi grandi clienti: Ecozema azienda produttrice di stoviglie compostabili, forniture di Londra 2012, e Minimo Impatto, grossa realtà nel commercio di articoli ecosostenibili. Partecipando al concorso Best Practices a Salerno, della Confindustria, abbiamo inoltre ottenuto il premio della Giuria della Stampa e siamo stati ammessi al programma Start Cup del Politecnico di Torino, superando le prime due fasi di selezione. Ora ci stiamo relazione con i grandi marchi per le forniture del nostro Aperò”.

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