L'astronauta italiana è tornata tonica dai 6 mesi in orbita. Merito anche del cibo prodotto per lei da un'azienda torinese che ha sviluppato una linea di prodotti "spaziali" adatti anche ai palati "terrestri". Stefano Polato, chef della missione Futura: «Grazie ad Astrosamantha, i produttori dei legumi Slow Food che usiamo nelle ricette hanno aumentato le vendite e dato più lavoro»
Il viaggio di Samantha, come dice il nome stesso della missione, è stato un laboratorio di futuro. A bordo della Stazione spaziale internazionale l’astronauta italiana ha condotto diversi esperimenti scientifici che avranno diretta applicazione sulla Terra e si è circondata di vari strumenti hi tech, dalla stampante 3D orbitale alla maglietta con i sensori per misurare il ritmo cardiaco durante il sonno.Tra le innovazioni che hanno caratterizzato la missione Futura c’era il cibo. I menu che AstroSamantha ha gustato in orbita per nutrirsi e rimanere in forma sono stati messi a punto da Argotec, un’azienda ingegneristica aerospaziale che ha sede a Torino.Solo pillole e alimenti da libri di fantascienza? Macché. Le pietanze preparate per Samantha, anche in base alle sue indicazioni, erano da veri gourmet: piatti nutrienti, made in Italy e ispirati alla filosofia slow food. Insomma, prodotti che potrebbero tranquillamente essere consumati e apprezzati sulla Terra.Infatti, come EconomyUp ha sperimentato direttamente durante una cena organizzata da Gnammo, la community di social eating lanciata dalla startup nata all’interno dell’incubatore I3P del Politecnico di Torino, e da Argotec, lo space food ideato in base alle esigenze della Cristoforetti può finire anche sulle tavole degli italiani “non extraterrestri”. [...]
Consulta articolo