24/11/2015

L’ex sharing economy, ora on demand, vale (solo?) l’1% del Pil. Ma è qui per restare


Il segreto del successo è racchiuso in tre parole: fiducia, efficienza, valore. Ma il contributo al Pil, per il momento, non sembra ancora da effetto wow, anzi: resta tra lo 0,25 e l’1 per cento. Che in Italia sarebbe come dire fra i 4 e i 16 miliardi di euro, grosso modo. Ora, neanche troppo poco. In percentuale, però, un’inezia, soprattutto se rapportata al gran baccano che questa nuova economia produce, in termini di attenzione dei media. [...]Va sottolineato molto bene che trattasi di stima (quello 0,25-1%) ed è probabile che sia una sottostima. Perché un conto è misurare la commissione di Blablacar (20 milioni di iscritti in 19 Paesi) o della star del settore, Uber (51 miliardi di valore attribuito sulla base dei finanziamenti sin qui ricevuti), per un passaggio in auto. Un altro conto è calcolare il valore aggiunto di una piattaforma come freelancer.com, che incrocia domanda e offerta di lavoro sulla base di collaborazioni mirate per progetti. Altro ancora è incasellare il guadagno di un host di Airbnb quando affitta il proprio appartamento o di uno chef fatto in casa di Gnammo. Ancor peggio se poi la sistemazione consiste in un rimborso spese per l’offerta di un divano letto: in questo caso di certo il valore dello scambio non entra nel calcolo del Pil. [...continua a leggere]

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